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[i miei ospiti #7] Ma dove sarà mai finita quella foto? Di Francesco Nardi

Leggo a voce alta per passione e vocazione. Da alcuni anni è diventata una competenza che ha abbracciato indissolubilmente il musicista e l’attore che sono in me.

Francesco Nardi racconta di sé: «Attore e musicista teatrale, mi occupo principalmente di musicalità della voce (anche come pedagogista specializzato in didattica dell’espressività artistica) e svolgo la mia attività nell’ambito dell’Associazione culturale Il violino di Einstein». Ho incontrato Francesco alcuni anni fa, attraverso uno degli strumenti da lui prediletti: la voce. Ma non era solo: lo accompagnavano, come oggi, Maria Grazia Tirasso e Sandro Ghini, creatori del progetto Leggere a voce alta. Ti lascio alla lettura, con una sorpresa degna dell’autore: puoi ascoltare Francesco che legge a voce alta il suo brano nel mio canale Telegram NuoviConTesti.

Ma dove sarà mai finita quella foto?

Me l’aveva scattata di nascosto un commilitone ai tempi della Scuola Allievi Carabinieri (nel secolo scorso, si può ben dire). Già tutti e due con il pigiama di ordinanza, mi aveva sorpreso a scrivere, come tutte le sere, alla finestra della caserma (perché nel buio della camerata approfittavo della luce che veniva dai lampioni di fuori). Scrivevo… su fogli di carta igienica. Me lo ricordo ancora: non avevamo a disposizione fogli come normali studenti e allora bisognava arrangiarsi… Potevo forse non scrivere? Certo che no. Così la mia fidanzata di allora, i miei amici a casa ricevevano regolarmente quelle lettere… scritte su una carta un po’ particolare, diciamo così.

Sì, ho sempre scritto, dappertutto e di tutto… Anche in quel frangente, ma quante volte prima e dopo. A scuola e all’università, dove mi ero convinto che fosse necessario scrivere su quanto avevo appena studiato per impararlo, o come mi giustificavo allora, per “fissarlo” ancora meglio (ma non è che fosse una scusa? Confesso, lo faccio ancora oggi, anzi… l’ho fatto ancora oggi!)

Ho sempre scritto, dappertutto e di tutto… Ho pudore di farne un elenco perché ne risulterebbe solo un mezzo di questo Fine. Però, dai, un cioccolatino me lo concedo (e che sarà mai un gianduiotto?): leggo a voce alta per passione e vocazione… Da alcuni anni è diventata una competenza che ha abbracciato indissolubilmente il musicista e l’attore che sono in me. Ebbene, che bello scrivere a voce alta! Dare suono e intenzioni a quelle parole che mi scaturiscono chissà da dove e come… Scrivere e leggere a voce alta, come potrei volare con un’ala sola?

Però continuo a chiedermi… Ma dove sarà mai finita quella foto?

“Sei così distratto che non trovi l’acqua in mare…” mi diceva sempre mia madre.

Che sciocco, aveva ragione… Ce l’avevo e ce l’ho ancora qui.

Dentro di me.

Grazie a Francesco Nardi per aver condiviso questa storia di parole, anche a voce alta. Se hai domande o vuoi approfondire scrivi nei commenti. Qui puoi leggere la puntata precedente.

Di Federica Segalini

🌱 Allenatrice di voce scritta. Ti accompagno a scrivere con approccio concreto, agile, sostenibile. Valori, identità personale e professionale, sguardo sul mondo sono la tua voce unica: trova la tua voce scritta.

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