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[i miei ospiti #5] Scrittura e teatro: due arti terapeutiche, di Cristina Dal Farra

Forma, voce e corpo delle parole scritte: Cristina Dal Farra si racconta fra scrittura, lettura ad alta voce e teatro.

Cristina Dal Farra si racconta così, nel suo sito: «La parola che meglio mi descrive è “sognatrice” e questo già lo sapete se avete ascoltato il mio podcast. Siccome però di sogni non si campa dirò che per sopravvivere faccio la farmacista, ma per continuare a sognare ho fatto e faccio altre cose». Cristina pratica il teatro, la lettura a voce alta ed è una attiva podcaster con progetti sia personali sia collaborativi. Ora ti auguro buona lettura e ti lascio il link alla scorsa puntata.

Quando ero adolescente il mio mito era Jo del romanzo Piccole Donne.

A quell’epoca consolavo la mia tristezza scrivendo poesie e la scrittura mi è di nuovo venuta in soccorso durante la mia giovinezza.

Non ho mai avuto un’amica “del cuore” e spesso, nei momenti più difficili della mia vita, la lettura e la scrittura mi sono state di conforto e ancore di salvezza.

Ogni volta che mi accingevo a mettere su un foglio bianco quelle che un tempo ho definito “lacrime d’inchiostro”, automaticamente tutto mi appariva più chiaro e si placavano tutti i miei singhiozzi.

Non sono mai stata una chiacchierona ma in qualche modo i miei silenzi volevano trovare un modo per esprimersi, perché non si può non comunicare, e anche i più timidi e riservati come me sentono il grande bisogno di far sentire la propria voce.

L’ho capito quando per la prima volta a ventotto anni ho scoperto il piacere di fare teatro. È stato come se le parole, che per tanto tempo avevo confidato solo al mio foglio di carta, magicamente avessero preso una forma fuori di me e avessero trovato il modo di farsi sentire, di urlare, addirittura. E non avevano solo una voce queste parole ma anche un corpo.

A quel punto il teatro divenne per me quello che era stata la scrittura tempo prima: terapia.

Recentemente ho messo insieme queste due arti creando un podcast, e cioè un contenuto audio on demand, dove racconto una tappa della mia di vita attraverso riflessioni e suggestioni scritte.

La scrittura terapeutica è diventata così una forma di scrittura narrata ad alta voce attraverso il linguaggio del teatro.

Ma com’è il linguaggio del teatro?

È un linguaggio nato per essere detto, pronunciato ad alta voce.

Io direi che si tratta di una scrittura plastica capace di dare forma alle emozioni.

Sintesi ed immediatezza sono le sue caratteristiche.

Un linguaggio più vicino alla poesia che alla prosa.

Nel teatro, così come nella musica sono molto importanti i silenzi.

Nel mio podcast i silenzi pieni del teatro sono affidati alla musica e alle suggestioni sonore, che diventano  parte integrante della scrittura.

Il teatro che si fa su un palcoscenico possiede il gesto, lo spazio scenico, il corpo e parola per esprimersi. Nel caso di un audiodramma, come quello che mi propongo di creare nel mio podcast, la voce è l’unico strumento, insieme al suono e alla musica, di cui dispongo. Per questo motivo ho imparato a scoprire le potenzialità che questa racchiude.

Usare un registro più o meno acuto, un’intonazione piuttosto che un’altra può fare la differenza e, in alcuni casi, introdurre un silenzio teatrale.

Ogni parola scritta acquista così la sua voce e i suoi silenzi, che sarà l’ascoltatore a riempire con la sua immaginazione.

Voce, suono, musica e silenzio diventano parte integrante di una scrittura fatta per essere detta e ascoltata.

Grazie a Cristina Dal Farra per aver accolto l’invito ad essere mia ospite. Se desideri approfondire i contenuti dell’articolo ti aspetto nei commenti.

Di Federica Segalini

🌱 Allenatrice di voce scritta. Ti accompagno a scrivere con approccio concreto, agile, sostenibile. Valori, identità personale e professionale, sguardo sul mondo sono la tua voce unica: trova la tua voce scritta.

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