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[i miei ospiti #8] La scrittura per me, di Maria Grazia Tirasso

La mia vita ad un certo punto se l’è acchiappata il Teatro, quindi molti degli sfoghi fantasiosi sono diventati testi teatrali. Alcuni anche rappresentati.

Maria Grazia Tirasso si presenta così: «Laureata in Lettere, counselor IACP di I livello, autrice e regista teatrale. Mi occupo di tecniche teatrali, vocalità e lettura espressiva». Con Francesco Nardi e Sandro Ghini ha creato il progetto Leggere a voce alta che seguo da tempo, soprattutto nella forma del podcast. La voce femminile di Leggere a voce alta mi ha conquistata da subito per la serenità, l’eleganza e l’autorevolezza che trasmette. Anche Maria Grazia, come Francesco, ha letto a voce alta il testo da lei scritto. Ascoltala qui, nel mio canale Telegram NuoviConTesti.

La scrittura per me è stata fin da subito il mio vaso di Pandora della fantasia.

In terza elementare scrissi un temino sugli uomini primitivi che fece il giro della scuola, temo per il fatto che era assai strano. Finiva con un punto esclamativo “Che tempi!”. Ma per me era normale, divertente potermi esprimere con la stilografica sul foglio del quaderno (la stilo però la odiavo! costringeva la mia mano in una posizione innaturale… ). Mi fruttò un bel dieci e lode!

Da lì al primo anno di liceo, il passo sembra lungo ma invece è breve: tanto illuminata la maestra Margherita, tanto ottuso l’innominabile prof di lettere che bolla con un 2 e sotto il commento “delirante!” (col punto esclamativo ma non come quello mio di terza, questo era un punto esclamativo di scherno) un tema surreale, con immagini visionarie di panna e solitudine, del quale ancora oggi vado molto fiera!

L’adolescenza, si sa, è tempo di sofferenza e quale forma meglio della poesia traduce in grafemi i fonemi dell’anima? La mia parte censoria le ha buttate via tutte, qualche anno dopo… peccato!

Ma la scrittura diventa a poco a poco anche pensiero da razionalizzare e sintetizzare sulla carta: la tesi di laurea, relazioni, discorsi (miei e altrui… ): mi piace anche questo lato, la tastiera al posto della penna.

I miei piccoli lettori si chiederanno a questo punto: e la fantasia? Signore e signori della Corte, chiedo le attenuanti generiche per la mia protetta (che sono sempre io… sì, temo di avere più personalità!) la mia vita ad un certo punto se l’è acchiappata il Teatro (croce e delizia, spesso croce… ), quindi molti degli sfoghi fantasiosi sono diventati testi teatrali. Alcuni anche rappresentati. Parole da dire, non solo da lasciare sulla carta e allora la Voce che esce dalla penna si fa “voce alta”. Mi piace!

E torniamo agli uomini primitivi, non per il punto esclamativo, ma per il racconto, genere recuperato per amore, ma anche su commissione, recentemente.

La scrittura coniuga in me il mio lato impulsivo (fiumi di parole, scritte di getto) e quello razionale (vorrei dire pedante) per cui a volte sto ore a mettere una virgola e dopo la tolgo, per citare Oscar Wilde.

A volte sì, ho il timore che dal vaso di Pandora sia uscito già tutto quello che c’era dentro, poi però penso alla magia e tutto è di nuovo parole che si rigenerano, si colorano, si inseguono, scappano via da me, anche malgrado me…

Sono onorata di aver ospitato Maria Grazia Tirasso e la sua bella voce. Ti aspetto nei commenti se hai domande o desideri approfondire. Qui trovi la puntata precedente.

Di Federica Segalini

🌱 Allenatrice di voce scritta. Ti accompagno a scrivere con approccio concreto, agile, sostenibile. Valori, identità personale e professionale, sguardo sul mondo sono la tua voce unica: trova la tua voce scritta.

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